Teatro, uomini e donne aggrappati agli Aquiloni
Se state passando un momento difficile e cercate un appiglio, un qualcosa che vi apra il cuore alla Speranza, beh! andate al Piccolo Teatro Catania a vedere Aquiloni, ultimo lavoro di un prolifico e sorprendente giovane autore catanese Nicola Alberto Orofino, interpretato da Francesco Bernava e Alice Sgroi. La storia narra di un uomo, Salvatore detto Salvo, ottimista e mendicante, e di una donna Maria, detta Maddy, fatalista e prostituta. Salta agli occhi fin da subito – non vi pare? – una singolare somiglianza fra Gesù e Maria Maddalena. I due entrano subito in conflitto, tanto sono diversi; ma la diversità è “nda scoccia” avrebbero detto i nostri padri: diventeranno amanti perché si amavano ancor prima di nascere. Ambedue offesi dalla vita, ambedue desiderosi d’affetto, desiderosi di Luce. Si dipanano in un incontro impregnato di riferimenti letterari, spirituali, musicali azzeccati e in armonia col testo e l’aria fantastica che si diffonde per la sala. Aquiloni è, come dice Orofino, “contemporaneamente una storia antichissima e nuovissima, religiosa e carnale, di terra e di aria, di acqua e di vino, di freddo intenso e di caldo afoso, di vodka e coca cola; un incontro tra un uomo e una donna che nascondono un segreto più potente della vita e della morte, più emozionante dell’amore, più doloroso di un parto …”. Questo segreto è l’Uomo (maschio e femmina) l’Uomo com’è, fatto di terra e di materiale divino; di un Io che traspare e di un Inconscio ricco e sterminato; debole ma vivo, proiettato sempre a Oriente, dove sorge il sole. In un crescendo di Luce, il Sole compare – nonostante tutto – inaspettato, alla fine a portare calore a Salvo e Maddy, e al pubblico; e “par che dica” a ciascuno che c’è ancora tempo; che la Speranza non è morta, che il miracolo della Gioia è a portata di mano. Fortemente simboliche le scene di Arsinoe Delacroix, hanno consentito agli attori di esprimere il meglio di sé. Perfettamente nella parte Francesco Bernava, scanzonato e misericordioso come un Dio deve essere; sanguigna e appassionata com’è nella sua indole Alice Sgroi, ha dato una prova d’attrice completa, alla quale manca – a questo punto – solo la ribalta nazionale. La regia è dello stesso Orofino, assistente alla regia Gabriella Caltabiano, i costumi, sono di Laura Lucia Lazzaro. Le foto di scena di Gianluca Primaverile. Il pubblico, sorpreso ed emozionato, ha tributato lunghi applausi e si è stretto attorno agli attori e all’autore in un abbraccio vero, fisico e beneaugurante. (Matteo Licari)
Potrebbero interessarti anche questi articoli