“La mamma mi voleva bene. Papà ci diceva che eravamo brave.” Per convenzione la chiameremo “Mare”. Mare, una bambina di 9 anni di Palermo, racconta: “Mi capitava spesso di rimanere da sola con gli amici di mamma e papà.” Quello che capitava quando si trovava da sola con questi uomini era diventato quasi un’abitudine per la bambina. “Era già successo altre volte. Mi davano 5 euro per un bacio, 25 euro se facevo qualcosa in più. I soldi li davano a me, dicevano che mi volevano bene.”
I genitori hanno spinto la bambina a prostituirsi come se non valesse niente, fin dall’età di 6 anni. Il padre interrogato dal Gip ha affermato che era allo scuro di tutto. Mare, però, confessa: “Una volta papà si è messo d’accordo con un amico. Eravamo in campagna. Prima hanno preso i pomodori e poi io sono rimasta in macchina con l’amico del mio papà. Lui mi ha abbassato gli slip. Voleva che facessi delle cose, ma io non volevo. Non capivo perché mi ritrovavo sempre a rifarle.”
Mare, non incolpa né la madre né il padre. La bambina racconta ancora: “La mamma faceva venire i loro amici a casa, e a volte papà era a letto perché era stanco dopo essere stato a lavoro […] Papà non era contento di quello che facevamo io e mamma, ci chiamava vastase, ma quando gli davo i soldi che mi avevano dato quegli uomini mi diceva che eravamo state brave.” Parole ingenue di una bambina che non vedeva una reale cattiveria in quello che gli era stato obbligato di fare, ma tutto era fuorché un gesto d’amore da parte di chi doveva amarla. Da quanto emerge dalle indagini la maggior parte degli incontri erano organizzati dalla madre, che offriva anch’ella il proprio corpo in cambio di denaro. Un testimone, dopo tanto silenzio, non si è voltato dall’altra parte e ha denunciato l’accaduto. Gli adulti coinvolti in questa vicenda drammatica, i genitori e due uomini di 63 e 79 anni, sono stati condannati agli arresti domiciliari in attesa della condanna finale. I soggetti accusati di aver avuto rapporti con la bambina hanno confessato.
Mare è stata presa in custodia e data ad una famiglia adottiva, ma i ricordi di tutti quei giorni passati fra le mani di uomini che la usavano in maniera in giusta non saranno mai cancellati dalla memoria di questa piccola bambina innocente. E pensare che questa realtà apparentemente lontana è in realtà molto vicina.
Articolo di Liana Profita, Ilaria Sportaro e Mariarosa Caruso – 5^CP