Un’ondata rivoluzionaria aleggia nell’aria in questi ultimi giorni. Le votazioni del 4 Marzo del 2018 sembrano mettere d’accordo le esigenze dei giovani: modificare la situazione in Italia e attuare una rivoluzione. Un partito che sembra rispondere a queste esigenze è il ‘’Movimento 5 Stelle’’, il quale, secondo quanto emerso dagli ultimi sondaggi, sembra attestarsi al 31 % di preferenze alla Camera e al 35 % al Senato. La domanda che gli elettori si stanno ponendo al momento è:<< Questo movimento rappresenterà veramente una rivoluzione, e in che modo?>>. La parola ‘’rivoluzione’’ richiama alla mente la svolta avvenuta nel 1994, quando l’inchiesta giudiziaria denominata Mani Pulite denunciò lo scandalo di Tangentopoli, accelerando il passaggio dalla Prima alla Seconda Repubblica. Quella stagione suscitò nei giovani, e non solo, la speranza in un profondo rinnovamento e un risanamento culturale della politica nella società. L’avvento della Seconda Repubblica ha rappresentato l’inizio del Berlusconismo: neologismo che indica nella figura carismatica del leader, nello specifico Silvio Berlusconi, il cuore pulsante e il nucleo attrattivo della vita politica piuttosto che ad un singolo partito. Oggi, ridimensionata la figura dei leader all’interno dei partiti, la fiducia dei giovani viene indirizzata al Movimento 5 Stelle, spesso senza avere alcuna informazione o una concreta ideologia politica. Basterà questo a risollevare le sorti della politica del nostro paese? Un primo passo per avviare un cambiamento concreto ed efficace sarebbe consentire ai giovani un’adeguata informazione così da poter maturare una libera ed autonoma coscienza politica.
Articolo di Rosmery Nicotra – 5^CP