di NICOLA SAVOCA. Il midollo osseo compatibile per il piccolo Matteo, 7 anni, è un ago in un pagliaio. Per fortuna il pagliaio è grande quanto il mondo. La ricerca per trovare un midollo compatibile è partita ed è su base internazionale.
La vicenda del bambino catanese malato di leucemia, ricoverato al Policlinico, ha toccato i cuori di migliaia di persone. C’era da aspettarselo. Da quando i genitori del bambino hanno dato il benestare per la pubblicazione di un appello sulla bacheca elettronica della scuola elementare “Grazia Deledda” di Catania – l’istituto frequentato dal bambino – è scattata la corsa di tanti volontari a donare il midollo osseo.
Una corsa impetuosa e assai confusa all’inizio, tanto che la responsabile dell’ADMO di Catania, Francesca Vinci, ha dovuto “dirigere il traffico” nei primi giorni dopo l’appello per dare le indicazioni esatte.
Al numero della responsabile dell’Associazione donatori midollo osseo di Catania sono arrivate 200 contatti al giorno tra messaggi, mail e telefonate. Oltre trecento le richieste per donare il midollo osseo, i prelievi sino ad oggi hanno superato le 50 unità. Se vi sembran poche, vi sbagliate. Ogni midollo donato infatti viene “tipizzato” sulla base delle caratteristiche e inserito nel registro. L’età tra i 18 e i 35 anni, il peso corporeo superiore ai 50 chilogrammi e l’assenza di malattie croniche gravi o patologie infettive i principali requisiti richiesti ai donatori.
Per facilitare la distribuzione dei donatori, i volontari dell’ADMO li hanno destinati ad uno dei 4 poli di reclutamento: il centro donatori di Paternò, l’ospedale Cannizzaro, il “Garibaldi’ vecchio e il Policlinico.
Quanti donano il midollo osseo resteranno iscritti nel registro internazionale fino all’età di 55 anni.
“Già quanto sta avvenendo – spiega Francesca Vinci dell’ADMO – è un’occasione positiva in termini di sensibilizzazione alla donazione.
In tanti stiamo lavorando perché Matteo possa farcela. E ce la farà, ne sono certa”.