Catania, banda di estorsori in manette. Minacce a imprenditore: “Rapiamo tuo figlio”

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Intimidazioni, soprusi e persino la minaccia di rapire il figlio della vittima. Sgominata dalla polizia di Stato una violenza banda di estorsori a Catania: sei le misure di custodia cautelare. Tra dicembre e gennaio le indagini hanno documentato ripetuti episodi finalizzati a costringere la vittima a versare le somme di danaro di volta in volta richieste. In una circostanza, gli emissari di Claudio Strano sono giunti a sostituirsi all’imprenditore e ai suoi dipendenti, alla cassa dell’esercizio commerciale, al fine di prelevarne l’incasso. E ancora, il 30 gennaio, lo stesso Strano lo ha minacciato di violente ritorsioni, prospettandogli, in particolare, l’intento di rapirne il figlio minorenne. Un contesto di terrore frantumato dalla Squadra mobile che ha arrestato in flagranza Salvatore Crupi, di 37 anni, e Roberto Mangiagli, di 30, ritenuti inseriti nel clan Cappello-Bonaccorsi. In relazione ai due arresti, inoltre, la polizia ha sottoposto a fermo di polizia giudiziaria, successivamente convalidato dal gip, Claudio Strano, sorvegliato speciale di 39 anni, Antonino Grasso di 63 anni, pregiudicato già ai domiciliari, Orazio Sapuppo di 44 anni e Michele Rao di 45 anni: sono indiziati di estorsione ed in concorso con Crupi e Mangiagli. I provvedimenti sono scattati dopo gli accertamenti riguardanti il titolare di un esercizio commerciale catanese vittima di usura e di successiva estorsione da parte di alcuni esponenti sottoposti a Claudio Strano esponente di spicco della cosca mafiosa Cappello-Bonaccorsi. Le indagini hanno accertato che la vittima, a seguito di un prestito di 4 mila euro risalente al settembre 2017, era costretto a pagare a Claudio Strano interessi usurari del 25% mensile. La vittima, trovandosi in difficoltà economiche, dopo aver pagato gli interessi per alcuni mesi, non era più riuscita a sostenerne il pagamento tanto che Strano aveva più volte inviato i propri emissari, Crupi e Mangiagli nell’esercizio commerciale per intimare al titolare di continuare a pagare. Diversi gli episodi durante i mesi successivi di minacce, sino al primo febbraio giorno in cui i due emissari si sono presentati per ritirate il denaro frutto dell’estorsione. I due sono stati fermati con in tasca 300 euro. Il gip che ha convalidato i provvedimenti, ha disposto per cinque di loro il carcere; solo a Mangiagli sono stati concessi i domiciliari.

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