CATANIA. “L’aria paganeggiante che spesso respiriamo ci invita, a volte anche in maniera pressante, a incensare e venerare i vari dei del pantheon odierno, tra i quali il nostro io. Ciò significa perdere la libertà e divenire schiavi di idoli che ci illudono di renderci felici mentre, lentamente, ci strappano dalle nostre radici cristiane, rendendoci deboli, fragili e soli”. Lo ha detto il presidente della Cei, cardinale Gualtiero Bassetti, nell’omelia del Pontificale per la festa di Sant’Agata, Patrona di Catania. “Cedere dinanzi alle lusinghe del mondo – ha spiegato – vuole dire, pian piano, rinunciare a valori sacri, come l’amore per la vita, l’amore per la giustizia e, in particolar modo, il valore dell’onestà, sommerso spesso sotto la coltre della illegalità. Papa Francesco, sin dall’inizio del suo pontificato, non ha lasciato spazio ad alcun fraintendimento su questo tema e ci ha invitato a rafforzare i legami sociali e a realizzare il bene comune”.
“Questa piaga sociale, come altre derive – ha detto il cardinale Bassetti – non si può curare soltanto con l’intervento della giustizia. L’onestà prima di tutto nasce dal cuore. Se nel nostro intimo non abita quell’amore per il bene e per i fratelli, non abbiamo compreso il messaggio cristiano e il martirio di Agata non ci dice molto. Si è disposti al sacrificio solo se si ha un cuore ricco di fede e di amore”. “E questo – ha concluso – riguarda anche le giovani generazioni in balia di una società ormai priva di punti di riferimento come la famiglia, l’educazione, il lavoro. I giovani sono molto spesso lasciati soli; persi in quel mondo virtuale che si costruiscono: mondo ingannevole e privo di senso. Il malessere – ha rilevato il presidente della Cei – spesso sfocia in rabbia e violenza e le periferie esistenziali sono lo scenario opaco di tanta solitudine”.