“Contestiamo le modalità con cui le liste sono state costruite e predisposte: hanno visto totalmente estraneo il gruppo dirigente siciliano e hanno creato sconcerto nei territori e negli elettori. Abbiamo deciso così di combattere un modello politico padronale che non ci appartiene. Da questo momento noi quattro componenti della segretaria regionale rimettiamo il mandato nelle mani del segretario regionale. Sentiamo di dover costruire le basi per un nuovo Partito democratico. Per questo, daremo vita a un movimento ripescando da quella stagione straordinaria che identifichiamo temporalmente nel periodo delle stragi”. Dopo il sottosegretario Davide Faraone, che ieri ha difeso la linea del segretario nazionale Renzi sulla gestione delle liste Pd in Sicilia, adesso è la volta del responsabile organizzativo regionale del partito Antonio Rubino che annuncia la nascita di un movimento “I partigiani del Pd”, nella sede regionale del partito a Palermo, in segno di protesta. I componenti della segreteria regionale seduti al tavolo – Antonio Ferrante, Antonio Rubino, Carmelo Greco e Salvatore Gazziano – hanno annunciato la decisione di rimettere il loro mandato nelle mani del segretario regionale Fausto Raciti, spiegando che “non pensano di cambiare partito ma di cambiare il partito” e che voteranno per il Pd ma non sosterranno la campagna elettorale.
“Da oggi nascono i partigiani del Pd – ha sottolineato Rubino che assieme agli altri ha indossato una resistenza elettrica simbolo della protesta – per una battaglia politica che si svilupperà dal 5 marzo, all’indomani delle elezioni. Daremo voce a un’onda democratica che aiuti a rafforzare un modello politico che si rifà al vecchio Partito Democratico contro un modello dall’alto da cui nascono liste sbagliate”. Una spaccatura frutto della modalità di composizione delle liste, come ribadisce Rubino: “Non c’è stata una rappresentanza omogena del Pd in Sicilia e queste liste non rappresentano pezzi di società che potevano riconoscersi nel partito. Un cortocircuito rispetto a un racconto che Renzi ha costruito per primo in questi anni”. E agli appelli alla responsabilità che fioccano in queste ore, Rubino replica così: “La responsabilità si costruisce e non si impone. Rispetto a chi in questi anni ha costruito un partito sul modello trasformismo, modello autobus o ascensore, noi oggi prendiamo le distanze”. Scelte sbagliate anche nell’individuazione dei candidati uninominali che “non rispondono a nessuna esigenza territoriale” e hanno determinato il secondo cortocircuito: in alcuni territori sono stati candidate personalità che “nelle ultime elezioni ammnistrative correvano contro il partito”. E poi c’è un problema di ordine etico: “Non si possono togliere persone che hanno contribuito alla costruzione del partito come Magda Culotta – presente alla conferenza stampa e che ha annunciato la sua adesione al movimento – senza avvertirla nemmeno con un sms e scoprendo dai giornali di essere stata tagliata fuori di ogni competizione elettorale.
“Un fermento di proteste – ha concluso Rubino – che sembra destinato a espandersi testimoniato dal flusso di mail provenienti dalla Sicilia occidentale ed Enna, indirizzate alla segreteria regionale del partito in queste ore e che “sarà complicato da fermare”.