Un altro esponente del clan adranita dei Santangelo-Taccuni, sgominato martedì scorso, è finito nella rete degli investigatori. Si tratta di Salvatore Foti, 49 anni, detto “Turi u sceccu”. Sul suo conto i magistrati titolari dell’inchiesta che ha portato alla maxi operazione “Adranos” hanno raccolto le dichiarazioni di alcuni pentiti. Secondo gli investigatori “…Foti era riconosciuto dagli stessi reggenti del clan quale soggetto dotato della ‘competenza professionale’ necessaria per valutare la qualità della sostanza stupefacente acquistata dal clan stesso”. Il 12 aprile del 2015, nel corso di una discussione, Salvatore Crimi – detenuto, tra i destinatari della misura cautelare – usa un linguaggio allusivo e afferma che bisogna sottoporre proprio a Foti una “macchina” risultata “con la turbina sporca e i filtri sporchi”.
“Salvatore Foti detto Turi u sceccu – racconta il collaboratore di giustizia Antonino Zignale il 28 settembre del 2016 – è un componente del clan Santangelo sin dal 2009 quando è stato arrestato, mentre prima spacciava per conto suo. Dal 2009 percepisce lo stipendio dal clan e nel 2014 e 2015 lo stesso per conto del clan si occupava di traffico di eroina… Poi lui in proprio spaccia cocaina che però compra sempre dal clan Santangelo. La differenza sta nel fatto che la cocaina la compra ad un certo prezzo e poi il suo guadagno sta nella differenza di prezzo che realizza nel rivenderla e per la cocaina non percepisce stipendio pur acquistandola esclusivamente dal clan”.
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