A quasi un anno dal tragico incidente, la Procura della Repubblica dell’Aquila (sostituto procuratore Simonetta Ciccarelli) ha chiuso le indagini preliminari in relazione alla caduta dell’elicottero del 118 che si è schiantato sul Monte Cefalone il 24 gennaio 2017, causando 6 vittime: Valter Bucci, medico rianimatore del 118; Davide De Carolis, tecnico del Soccorso alpino; Giuseppe Serpetti, infermiere del 118; Mario Matrella, tecnico verricellista Inaer; Gianmarco Zavoli, pilota Inaer, ed Ettore Palanca, romano, soccorso sulle piste da sci di Campo Felice, dopo una frattura. Con l’accusa di omicidio colposo e disastro aviatorio sono stati indagati Giulio Fini, 56 anni, di Roma; Maurizio Lebet, 57, di Cefalù (Palermo); Gianfranco Molina, 42, di San Gregorio di Catania; Roberto Noceto, 50, di Roma; Pietro Trabucchi, 55, di Sondrio; Alfonso Friolo, 55, nato di Viterbo. Tutte persone dipendenti della società Inaer Spa che svolge il servizio per conto del 118. Gli indagati a vario titolo sono coloro che avrebbero dovuto curare l’aspetto della formazione continua del pilota, il quale secondo una approfondita relazione del consulente della Procura, Stefano Benassi tra i maggiori esperti di elicotteri a livello mondiale, il pilota Zavoli, secondo norme europee sul volo civile, avrebbe dovuto eseguire un corso individuale e aggiornamenti sul volo strumentale. Considerazione secondo l’accusa che deriva dalla ricostruzione anche fatta dal computer secondo la quale il pilota dell’elicottero del 118 in fase di trasferimento presso l’ospedale dell’Aquila, entrato in un banco di nebbia, anziché affidarsi alla propria esperienza avrebbe dovuto proseguire il volo in modo strumentale.