Quasi otto milioni di euro. E’ il finanziamento per il reddito minimo d’inserimento previsto dall’assessorato al Lavoro della Regione siciliana per i Comuni del Nisseno e dell’Ennese. Per avviare le attività dei cantieri di servizi riservati ai soggetti fruitori del Rmi, i Comuni interessati dovranno trasmettere, entro il prossimo 31 gennaio, le relative istanze di finanziamento, conformi a quanto già prodotto per le annualità precedenti, al servizio Coordinamento delle attività del collocamento obbligatorio e delle politiche del precariato del Dipartimento regionale del Lavoro.
“Con l’autorizzazione del bilancio provvisorio – ha detto l’assessore regionale del Lavoro Mariella Ippolito -, prestiamo la giusta attenzione anche a quegli operatori che curano da anni, per le pubbliche amministrazioni coinvolte, servizi importanti in 35 realtà urbane della Sicilia.
“I fondi stanziati dall’assessorato, oltre a finanziare i cantieri di servizi – ha aggiunto l’esponente del Governo Musumeci -, accompagnano parte dei beneficiari verso la fuoriuscita da un palliativo assistenziale che proprio nel 2018 compie 20 anni dalla sua sperimentazione nazionale. Un tempo troppo lungo – ha concluso l’assessore Ippolito – per una misura concepita come provvisoria, che oggi, però, viene riproposta da certi dibattiti politici, mi auguro solo in termini concettuali a conferma di un’esigenza nuova di argine alle povertà”. Alla fuoriuscita dal bacino saranno destinati 1.443.023 euro. Prima di autorizzare l’avvio dei programmi di lavoro, dovranno essere stipulate le polizze assicurative. Il Reddito minimo d’inserimento fu sperimentato nel 1998 tra le province italiane classificate come le più povere. Tra esse, in Sicilia vennero individuate Caltanissetta ed Enna. Degli originari 2.800 lavoratori coinvolti, oggi operano in 1.200 circa.