«Dentro l’antologia dei racconti sul Calcio Catania – parola del celebre attore Enrico Guarneri – prevale la poesia. Il tifo è una cosa meravigliosa, che tocca l’imprenditore, il venditore ambulante, il commerciante e ognuno di loro reagisce in modo diverso durante la partita. Un vero tifoso del Catania non può che essere una gran brava persona»;
Vedere “Mascarinho” ed emozionarsi, ascoltare Enrico Guarneri e restare incantato dalla sua teoria sulle brave persone che non possono non tifare Catania.
Rossazzurri di cuore, tocca dirlo, il “popolo” di appassionati che ha voluto essere presente al Castello Leucatia per la presentazione dell’Antologia di racconti sul Calcio Catania (pp.220, AA.VV. GEO Ed.2017, a cura di Alessandro Russo, da un progetto grafico di Bruno Marchese). La prefazione del volume è di Salvatore Massimo Fazio, la postfazione di Santino Mirabella, Cetty Emanuele l’artista che ha curato la copertina.
Una targa ricordo, consegnata da, coautore Alfio Arcifa, e una miriade di abbracci sono andati a Beppe Mascara, miglior bomber storico del Catania. L’artista Santo Di Grazia ha regalato all’ ex-calciatore, attuale allenatore del Giarre, una maglietta commemorativa raffigurante la sua effigie. Il disegno gli era stata commissionato da una formazione di giovani detenuti del carcere di Bicocca, innamorati delle prodezze balistiche di “Mascarinho” . L’indimenticato goleador rossazzurro ha preso la parola ricordando che il tifoso del Catania è competente ma non presuntuoso. Mascara, inoltre, ha sottolineato l’indicibile emozione che provava ogni volta che dal rettangolo di gioco osservava stupefatto lo spettacolo dei sostenitori rossazzurri in tribuna.
L’appartenenza viscerale alla propria fede calcistica dei tanti “fratelli” rossazzurri nel mondo, la liscìa catanese, l’inaudita bellezza della nostra città e la rinomata generosità dei suoi abitanti. Questi i temi trattati durante l’articolato dibattito tra i relatori che hanno messo in evidenza l’alto spessore letterario di quest’opera, così come sottolineato dalla dottoressa Maria Luisa Santangelo, responsabile delle iniziative culturali della Biblioteca Rosario Livatino, che ha aperto i lavori.
«Quest’antologia – spiega Enrico Salvaggio, coautore – è un inno alla catanesità, una testimonianza ardente di come sia forte il legame con i colori rossazzurri quando si è costretti a vivere fuori dai confini della nostra isola per problematiche lavorative»; «Non dimentichiamoci -ha ricordato Vincenzo La Corte di calciocatania.com- dell’astronauta Luca Parmitano che ha scattato una sua bellissima fotografia indossando la maglietta del Catania all’interno di una navicella spaziale». «Il segreto di questo libro- così Tullio Di Cesare, coautore- è che esprime i nostri sentimenti. Fuori dalla nostra città soffriamo tantissimo la mancanza dei riti del “Massimino” e ci viene la gastrite perché non abbiamo nessuno con cui condividere gioie e dolori domenicali. Per non parlare dei continui sfottò del barbiere e del barista quando perde il Catania.» «Questa pubblicazione – continua lo scrittore Filippo Fabio Solarino – esprime un lavoro di squadra e ripercorre decenni di emozioni legate a un incontro di pallone seguito dal vivo. La visione diretta dello spettacolo calcistico dentro uno stadio da bambino ti lascia dentro qualcosa che ritroverai poi da adulto.»
«La liscià catanese – argomenta Francesco Rapisarda, un altro dei coautori – è un’ancora di salvezza, un grimaldello che apre porte che altrimenti rimarrebbero saldamente chiuse. La battuta in dialetto e lo scherzo sembrano una cosa assurda ma talvolta possono avere un significato fenomenale. Aggiungo che la liscìa catanese ha un qualcosa in più, è una filosofia che permette di affrontare la vita in un certo modo, un tocco di fioretto che lascia però il segno. Sin da bambino ero colto da continui attacchi di liscìa e mio padre non faceva altro che ripetermi: Ma quannu ti quagghia a mennula ?».
Ha preso poi la parola il curatore dell’ANTOLOGIA DI RACCONTI SUL CALCIO CATANIA, Alessandro Russo, che ha ricordato il valore del dialogo reale lontano dal mondo dei social che spesso ci mette l’uno contro l’altro senza motivo.
«Mettere insieme questi racconti apparentemente così diversi ,- spiega Alessandro Russo, curatore dell’edizione – ha aiutato tanti scrittori a coronare il loro sogno e, al tempo stesso mi ha avvicinato ulteriormente al tifo per il Catania»
Spazio quindi ad Afio Arcifa, coautore, che ha donato una targa commemorativa a Beppe Mascara, miglior bomber storico del Catania; quindi l’artista Santo Di Grazia ha regalato allo stesso ex-calciatore e attuale allenatore del Giarre una maglietta commemorativa raffigurante la sua effigie; tale disegno gli era stata commissionato da una formazione di giovani detenuti del carcere di Bicocca, innamorati delle prodezze balistiche di “Mascarinho” . Infine, lo stesso Mascara ha preso la parola ricordando che il tifoso del Catania è competente ma non presuntuoso, mettendo inoltre in risalto la sua emozione ogni volta che dal rettangolo di gioco osservava stupefatto lo spettacolo dei sostenitori rossazzurri in tribuna.
In conclusione il Corriere Etneo vuole riportare un estratto dell‘ANTOLOGIA DI RACCONTI SUL CALCIO CATANIA, tratto da “Bellu guol vieru! “ di Orazio Sciacca, un delizioso racconto ispirato da un gol da centrocampo segnato da Mascara ai “cugini “ rosanero il giorno 1 marzo 2009.
Orazio Sciacca nasce a Catania e ha lì vissuto per più di metà della sua vita, mentre da poco meno della restante metà vive a Palermo, domani chissà. Avvocato pentito, dirige anime perse e disorientate da una politica che non c’è. Apprezza le cose belle e la gente buona; vive senza loghi, non gli piacciono gli slogan e non è trendy.
“Bellu guol vieru! “ di Orazio Sciacca
Inizia la gara e la tensione si stempera, perché l’inizio è in netta discesa. Il Palermo è un motore fuori giri, il Catania è primo su ogni palla, il pelato in maglia rosa viene subito espulso, c’è la superiorità numerica, e poi il vantaggio spettacolare del lamentoso e triste Ledesma, che dice che nessuno lo valorizza, ma dura? E poi c’è il raddoppio del giapponese, ma dura? Sì che dura, Mascara fa il tris che resterà nella storia. Sono fotogrammi incancellabili: vederlo caricare il tiro sul rilancio del portiere che spiove dalle sue parti, pensare che c…. combina questo? Io l’ho gridato «ma che c…. combina!» vedere l’impatto con la palla, seguirne la parabola, godere del portiere che annaspa e della rete che si gonfia. Ci sembra ormai di entrare in una realtà parallela, succede ciò che non può essere vero, e succede nel modo che nessuno avrebbe mai immaginato. È vero, invece. Se prima avevamo esultato in modo tranquillo, adesso ci abbracciamo impazziti. Ignorati. Meno male, il palermitano a certi livelli sa essere signore, in tribuna A ci avrebbero tritati, questo è certo. «Però… che culo». «Ma quale culo, chiddu ‘i to soru macari, lo avessimo sempre e poi loro una palla non l’hanno ancora toccata, sembrano fantasmi».
Bel lavoro questa antologia. E’ sempre bene incoraggiare iniziative editoriali volte a tramandare la memoria storica. Ed è sempre bello rivedere Mascarinho!