Paternò: Nino Franco Ciccia, intellettuale, politico e curioso

Una lunga ed eterogenea galleria di personaggi di Paternò, dai più dotti ai meno colti, è già raccolta in diverse antologie a firma di Barbaro Conti, del prof. Vincenzo Fallica (scomparso recentemente), Barbaro Rapisarda e Pippo Virgillito. Il mio è un contributo modesto che allarga la vetrina con dei personaggi magari poco conosciuti, ma di sicuro autentici.
Si tratta di contributi raccolti attraverso interviste a testimoni attendibili. A distanza di 30 anni dalla sua scomparsa, è vivissimo a Paternò il ricordo del prof. Nino Franco Ciccia. Ne parlo con il geometra Iano Garifoli, sicuramente memoria storica per ciò che concerne la vita amministrativa di Paternò dagli anni ‘70 fino agli anni ‘90.
“Persona di grande cultura e intelligenza fu un grande conoscitore dei classici greci e latini nonché cultore del diritto canonico tanto da diventare docente di diritto ecclesiastico presso la facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania ove, in precedenza, aveva conseguito la laurea.”
Racconta Garifoli che Nino Franco Ciccia, aveva una grande personalità e possedeva un eloquio facile, con un tono di voce rotondeggiante, pieno di pause e di acuti, di alti e bassi, che richiamava la figura dell’avvocato penalista che tuonava nelle aule del tribunale.
A scuola al quarto ginnasio, forse un diverbio col professore di matematica, un disappunto, gli costò assai caro. Fu rimandato, infatti, agli esami di riparazione. L’adolescente Ciccia sin da banchi di scuola cominciava la sua civile contestazione dialettica di ogni forma di autorità e di potere in sede scolastica, politica, istituzionale. Consegui la maturità classica presso il liceo Mario Rapisardi nel 1952.  Raggiunse una vasta preparazione storica, letteraria, umanistica. Era portato alla critica delle fonti, all’indagine psicologica di uomini e avvenimenti, al paziente scandaglio dei segreti dell’anima, dei misteri della vita e della morte.
Sin da giovane il suo orizzonte cognitivo e intellettivo spaziava dalle letterature antiche ellenica e romana a quelle moderne e contemporanee. Nel marzo del 1966 conseguì la laurea in giurisprudenza all’università di Catania. Fu poi assistente ordinario di diritto ecclesiastico nella Facoltà di Legge a Catania. Docente collaboratore di Scienze Politiche. Nel settembre del 1974 a Civiasco (Vercelli) sposò Maria Teresa Todaro, una bella signora originaria di Biella che naturalmente ne condivise il tetto coniugale trasferendosi a Paternò, fino alla morte del marito. Professoressa di lingua e letteratura Inglese, per diversi anni insegnò presso l’istituto Commerciale di Paternò.
“Animo fanciullesco dotato di grande curiosità intellettuale”
“Era uno studioso – sottolinea Garifoli – dotato di grande curiosità intellettuale che, seppur laureato in giurisprudenza, lo spinse a coltivare la sua passione per gli studi classici e a ricercare, sempre, la verità: l’animo fanciullesco e la spiccata intelligenza hanno caratterizzato la sua personalità, sempre dedita ad arricchire la sua vita e quella degli altri, tutti quelli che lo circondavano”.
 Professava gli ideali dei cattolici testimoniando i loro valori culturali e divulgando con grande passione i principi che essi rappresentavano, della giustizia, della pace, della democrazia, della solidarietà umana.
Il tratto allegro accompagnava sempre le forbite citazioni, le battute e le trovate bizzarre, con cui esprimeva la sua dotta e raffinata preparazione.
Ha cercato di assecondare con ogni forza il cambiamento, con l’intelligenza critica dell’intellettuale del suo tempo, seguendo tutti gli avvenimenti, mostrando fastidio per ogni conformismo”.
A distanza di lunghi anni è doveroso ricordare Nino Franco Ciccia perché da uomo di grande cultura amava conversare ed esternare anche con persone semplici di cui era sempre contornato e amava circondarsi.
Garifoli riporta alcune citazioni, le consuete espressioni del professore “Un uomo vale perché ha delle idee” – diceva spesso, aggiungendo che – “…le idee, però, così come la dignità, vanno difese dalle aggressioni del potere, vanno mantenute libere”.
“Un uomo che ragionava così – dice Garifoli – non poteva accettare le regole degli apparati politici e i relativi tatticismi, come sottolineava nei suoi appassionati interventi che riportavano sempre aspre critiche agli uomini del potere”. Come non ricordare il suo caloroso debutto in aula consiliare in cui sfiorò addirittura lo scontro col suo miglior amico Turi Sinatra.
Dentro la Dc ma fuori dalle correnti
“Aveva aderito alla Democrazia Cristiana ne ha diffuso le idee sin dai tempi giovanili, approfondendole nelle conferenze che teneva nelle sedi di partito, a cui assiduamente partecipava, e presso le associazioni in cui divulgava il pensiero dei suoi maggiori rappresentanti: Luigi Sturzo, Alcide De Gasperi, Giorgio La Pira. Quest’ultimo antesignano del dialogo culturale e religioso tra i popoli, oggi tanto invocato.
Nel suo modo di essere non c’era mai traccia d’integralismo e di nessun dogma che potesse ostacolare il dialogo ed il confronto con chi esprimeva altre forme di pensiero e di cultura.
Era sempre loquace, non possedeva clientele e non militava in nessuna corrente di partito, condizioni che non potevano farlo aspirare a nessun avvenire politico.
Si soffermava spesso sulle condizioni di Paternò e sulla rinascita civile e culturale di cui aveva bisogno”.
Tale e quale, la condizione di oggi nulla è cambiato dopo la sua morte, anzi sicuramente tutto è aggravato.
“Le sue considerazioni che lo portarono ad impegnarsi direttamente nella vita pubblica divenendo consigliere comunale ed assessore alla pubblica istruzione, incarichi che ricopriva anche al momento della sua scomparsa.
Svolse tali mandati con tanto entusiasmo, ispirando nella società fiducia e altrettanto ottimismo, mentre i politici di professione lo guardavano con sufficienza e distacco.
Il degrado socio economico che viveva la città lo portò a varare un programma di politica culturale per coinvolgere la cittadinanza e le fasce giovanili, promuovendo la formazione del centro culturale paternese “Riscopriamo la Cultura”, coordinato dal preside della Scuola Media Virgilio, prof. Natale Motta, in cui vennero coinvolti le scuole di Paternò”.
Cosa fece per l’annosa carenza di strutture scolastiche?
“Si occupò compiutamente della predisposizione degli atti amministrativi propedeutici per accedere ai fondi della legge Falcucci destinati ai comuni con carenza di aule scolastiche destinate alla istruzione degli studenti della nostra città. A proposito di scuola: Nino Franco Ciccia fu autorevole direttore della Scuola Superiore di Servizio Sociale di Paternò, con la prima sede provvisoria presso l’edificio dell’Istituto delle Verginelle di Piazza S. Gaetano, poi nei locali della Casa del Fanciullo Papà Domenico Opera don Orione. Scuola che permise la specializzazione di tanti giovani diplomati di Paternò e dei comuni del circondario”. 
Il ricorso all’esercizio della memoria consente di ricordare dopo tanto tempo il prof. Nino Franco Ciccia e di riproporre il senso dell’impegno politico ed amministrativo con cui egli ha svolto il “servizio verso la gente”.
Un riferimento sempre valido a cui potrà richiamarsi e accostarsi chi, impegnato nella gestione della cosa pubblica, intende operare con il trasporto e la onestà intellettuale manifestati dal prof. Nino Franco Ciccia.

Riguardo l'autore Alfio Cartalemi

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