Una riflessione sull’impossibilità della giustizia, sull’inadeguatezza del diritto a correlarsi al “panta rei” della vita. È quello che propone Roberto Andò con il dittico ‘È una commedia? È una tragedia?’ di Thomas Bernhard e ‘In attesa di giudizio’ dello stesso Andò, produzione del Teatro Stabile di Catania in collaborazione con Fondazione Campania dei Festival, Napoli Teatro Festival Italia e Nuovo Teatro, in scena al Teatro Verga del capoluogo etneo dal 9 al 14 gennaio. “Un’installazione teatrale concepita mettendo in scena due spettacoli diversi ma consequenziali, in cui, oltre alla triade che officia il processo, ossia l’avvocato, il giudice, il pubblico ministero, troviamo le vittime e i loro carnefici, ma anche figure quali Cristo, Pilato, Socrate, Voltaire. Vi si alternano la voce di un assassino e quella di un giurista, entrambe impegnate a frugare nelle pieghe insensate e labirintiche dell’esistenza come forma giuridica”, spiega il regista e scrittore palermitano. Si comincia con ‘È una commedia? È una tragedia?’ di Thomas Bernhard, nella traduzione di Vittoria Rovelli Ruberl, con Fausto Russo Alesi affiancato da Filippo Luna; completa il cast la vocalist Simona Severini. A seguire, Roberto Andò, qui anche autore del testo, allestisce ‘In attesa di giudizio’, tratto da ‘Il mistero del processo’ di Salvatore Satta (edito da Adelphi), una scrittura originale che pone in relazione vittime e carnefici nel rapporto, mai risolto né risolvibile, con la propria ed intima necessità di Giustizia. L’interpretazione, ancora affidata a Fausto Russo Alesi e Filippo Luna, arricchita dalle voci di Renato Scarpa e Paolo Briguglia e da un nutrito ‘coro’ di attori di diverse generazioni. L’installazione scenica e le luci sono di Gianni Carluccio, che firma anche i costumi insieme ad Antonella D’Orsi, il suono è curato da Hubert Westkemper, le musiche sono di Marco Betta, la regia di Andò è ripresa da Luca Bargagna.