OroscoPolis. Le previsioni futuriste per il 2018 sugli uomini, la città e la natura

zodiaco

Gli astrologi, quelli dell’antica Mesopotamia, deducevano il futuro, attraverso l’osservazione delle stelle e dei pianeti. Trovarono un nesso tra gli uomini e questi corpi celesti; un filo che legava la civiltà – che muoveva i primi passi – alla dimensione trascendente del cosmo. Magia, mitologia, scienza. Passato e futuro. Il Sole, determinava l’orientamento temporale e spaziale. Le città erano orientate, fondate secondo visioni cosmologiche e simboliche. Radicate nella storia e proiettate nel futuro. Oracoli, previsioni e oroscopi, scandivano la loro crescita. Le città avevano un’anima, un senso, un’identità. Un destino, scritto nelle stelle, l’arte era lo strumento per evocare, capire, propiziare.

Oggi le nostre città si trovano di fronte a nuove sfide a nuovi scenari e cosa ci aspetta dunque? Chi sono i nuovi sacerdoti, che continuano a leggere le stelle (forse gli urbanisti come Maurizio Carta, futurologo, urbanista, un visionario), che devono prevedere il futuro, possibile e innovativo.

Oggi, tra il vecchio e nuovo anno, tra speranze e rimpianti, tracciamo un sentiero. Le sfide che dobbiamo affrontare saranno di fuoco, di terra, di aria e di acqua. Vi presentiamo un oroscopo semi serio che oltre a farci sorridere, ci farà riflettere sul futuro della città. Ognuno di noi si ritroverà – o spera di trovarsi – dentro questo futuro e nella peggiore delle ipotesi, avrà conforto dalla stelle e dai pianeti, oppure comincerà a “progettare” (come è giusto che sia).

Il fuoco, sarà l’elemento dominatore del nuovo anno, il fuoco è passione e ora più che mai, abbiano bisogno di passione, di idealismi, di idee. La crisi della nostra società urbana è la crisi delle idee. Il prossimo anno ameremo i conflitti dialettici, gli scontri ideologici, le differenze tra gli attori della politica. Dopo un lungo periodo di omologazione, di finte convergenze e perbenismi (Saturno contro), vogliamo esprimere le idee che determineranno le differenze, vogliamo sentire come la politica, gli intellettuali e la società civile si schiera – non sulle persone, non sulle bandiere ma sulle idee concrete. Pensate alla mobilità di questo territorio, che aspetta da anni l’interesse passionale della politica; pensate alla questione ospedale, che aspetta una svolta seria e praticabile. Una volta per tutte sapremo chi è veramente per il recupero dei centri storici e chi ha fatto finta per tutti questi anni con demagogiche dichiarazioni di facciata. Passione, ideali. Schierarsi non tanto contro o a favore del politico ma della cultura politica. Nelle scuole, nelle parrocchie, nelle piazze, nei bar, tutti esprimeranno la loro idee e per questa si assumeranno le responsabilità.

L’acqua, dove spesso si trovano i pesci di brodo sarà limpida. Si perché non è l’anno dei pesci di brodo, non è l’anno per gli ignavi, per gli zizzanosi, per quelli che dicono sempre “il mio tesooooro”, per i furbi che buttano la pietra e nascondono la mano, per quelli che guardano sempre il dito e mai la luna, per quelli che hanno solo amici e che danno ragione a tutti, per quelli che non hanno idee e rubano quelle degli altri. Non è l’anno per quelli che credono che siano gli altri nel torto e non guardano mai la loro vita. Per quelli che giudicano – quando non sanno cosa dire – gli altri come: “professori, teorici, archistar, egocentrici e criptici”. Ma sarà l’anno in cui si parlerà di acqua come risorsa da tutelare, l’acqua come risorsa pubblica, l’acqua come tema per riconfigurare il nostro modo di pensare l’architettura. Raccoglieremo acqua, governeremo acqua e finalmente scaricheremo acqua limpida nel fiume e nel mare (qualcuno verificherà i depuratori, e farà cosa buona e giusta, invece di giocare al piccolo ambientalista che ama il fiume sulla carta).

La terra, sarà valorizzata. Meno uso del suolo, meno inquinamento, più coltivazione sostenibile. La terra sarà al centro di aspri dibattiti, su come coltivarla e custodirla e sarà battaglia ma battaglia di sani principi tra uomini e donne con idee diverse. La terra (argilla cotta, per fare la torre di Babele) è la metafora dell’architettura che si fa città. E le città saranno oggetto di interventi di risanamento, di recupero, di rigenerazione. Città coltivata e città costruita. Le nostre energie tutte rivolte a ridefinire lo spazio urbano, gli spazi collettivi – attraversati dalla mobilità pubblica, che li sostiene come il sistema circolatorio del sangue sostiene il corpo dell’uomo. Dentro la città e ai margine della città. Il centro storico e la periferia. Si assisterà alla presa di coscienza, che il cittadino è protagonista dei processi di rigenerazione e li governa insieme alla politica e alla scienza, e da quest’ultima si farà guidare. Ma sarà anche l’anno in cui scopriremmo nuovi giacimenti archeologici, civiltà perdute, città scomparse e finalmente riscopriremo i greci e i romani anche in questo territorio come fondatori di civiltà. (e basta con la storiella del medioevo).

L’aria, sarà pulita, ma non dovunque. In alcune stanze di palazzi e masserie sarà pesante, inquinata, corrotta. Portatrice di infezioni e malattie. L’aria, sarà sporca dentro i luoghi in cui da troppo tempo si “maneggia” a favore di pochi uomini per il loro personale tornaconto, a favore dei componenti dei cerchietti magici, delle lobby e dei colletti bianchi. Puzzosa e infettata si proporrà come l’unica sul mercato ma non è così. L’aria pulita esiste, si respira e se ne gode della sua essenza. La troveremo nei luoghi dove la passione non avrà paura di nascondersi. La troveremo nello sguardo dei bambini, degli utopisti, dei visionari, dei coraggiosi, degli impavidi, degli uomini e donne che lavorano duro per mantenere i loro figli. Ma sarà l’anno in cui ci sarà aria pulita nella città senza auto, senza inquinamento dove ci si muoverà con la bici e i mezzi pubblici, come la metropolitana che sancirà la nostra identità di cittadini della città metropolitana.

L’anno che verrà, sarà come lo vorremo noi. Sarà un anno di passione, dove coltiveremo e cureremo la terra che sarà bagnata da acqua cristallina e aria pulita. Sarà un’utopia? Sarà un sogno? Sarà un desiderio? Forse si, forse no. Ma credo che oggi, sia il tempo delle idee, delle differenza, delle battaglie di principio, della concretezza, della correttezza, del confronto, dell’impegno politico ed etico, della gentilezza e del rispetto. Buon anno, a tutti quelli che hanno deciso di esserci come protagonisti, alla luce del sole e buona fortuna a quelli che non hanno ancora preso una decisione. Per il resto, che Dio sia buono anche con voi. Sarà comunque un anno diverso, intenso, in cui la passione per le cose, farà la differenza tra gli uomini. La natura, aspetta il nostro rispetto e gli dei ci guardano con ottimismo. Ora tocca a noi, gli uomini. E’ il tempo dell’arte, E’ il tempo dei poeti e dei filosofi. E’ il tempo della politica e dell’impegno. E’ un tempo nuovo. Il vecchio volge al tramonto e la luce nuova illumina il nostro cosmo. Auguri di buon anno. (a tutti)

Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

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