Profilo basso e poi lavorare e tacere. Le coordinate inziali del cammino del presidente della Regione, Nello Musumeci, stanno in queste indicazioni rispettate in proprio e impartite alla squadra di assessori da alcune settimane già al lavoro. Musumeci ha fatto riaprire gli uffici catanesi della Regione, in via Etnea, per porgere i saluti alla stampa. Cortesia istituzionale ch’era divenuta appuntamento tradizionale quando era presidente della Provincia di Catania. Accanto a Musumeci Gigi Ronsisvalle, consigliere nazionale Fnsi, Alberto Cicero e Daniele Lo Porto, rispettivamente segretari regionale e catanese dell’Assostampa.
“E’ un fine anno denso di attese – ha osservato Musumeci – per questa ragione e per non alimentare attese che potrebbero tradursi anche in cocenti delusioni ho scelto il profilo basso. Il momento è così drammatico da indurre ciascuno di noi ad aggrapparsi ad una speranza. Ho la consapevolezza di questo clima ed è per questo che avverto il senso di responsabilità di non parlare per il piacere di parlare e conquistare un titolo di giornale oppure una fotografia”.
Il nuovo presidente della Regione si è soffermato sulle “incrostazioni” consolidate negli anni. “I dipendenti regionali sono 14 mila e non più 20 mila – ha spiegato Musumeci – Non tutti capiscono, però, che è arrivato il momento di lavorare anziché oziare. I commessi, solo per fare un esempio, non indossano la divisa, come se questo fosse un affronto. Ma è con questa burocrazia che posso tradurre le idee in azioni. Devo dire che la fascia con le più alte competenze è ormai andata in pensione”.
Musumeci, giornalista pubblicista, ha ricevuto stamattina la tessera onoraria dell’Assostampa dal segretario catanese Lo Porto. Di fronte ai “colleghi” catanesi il Governatore siciliano ha fatto il punto delle “grandi cose”: “Va dato atto al governo nazionale, benché di centrosinistra – ha sottolineato – del grande rispetto e della grande collaborazione dimostrate nei confronti della Regione Siciliana. Abbiamo anche rivisto alcuni accordi penalizzanti che permettono alla Regione di risparmiare 300 milioni di euro”.
Musumeci ha poi preannunciato la costituzione di un tavolo per il controllo e la verifica delle incompiute: “ Nell’Isola – ha detto Musumeci – ci sono 140 grandi opere non completate, spesso per ragioni di tipo burocratico. Se una parte di queste opere venisse riattivata metteremmo in circuito 2 miliardi di euro”.
Alle vituperate Province siciliane, Musumeci ha dedicato un capitolo a parte: “Lavoreremo per ridare dignità alle province spostando su di esse alcune competenze che adesso stanno in capo alla Regione”. Il principale riferimento è alla gestione dei rifiuti che, ha ammesso Musumeci, mi toglie il 60% di tempo delle mie giornate. Secondo Musumeci la competenza sui rifiuti deve essere assunta dalle 9 province e non più dalle 18 società gestionali.
“La Regione – ha spiegato – deve essere l’arbitro, non il giocatore. Per molte competenze è giusto che la gestione sia affidata ai Comuni e alle Province”.
Sul piano dell’immagine che riguarda l’istituzione-Regione il neo presidente ha fornito un dato impietoso: “Solo il 12% dei siciliani ha fiducia nella Regione, – ha detto con amarezza – dobbiamo portare questo dato al 30/40% nei prossimi tre anni: due anni ci serviranno per rimuovere le macerie, il terzo per risalire la china”.
[embedyt] https://www.youtube.com/watch?v=RGvLqo_mxFI[/embedyt]