Due cittadine nigeriane, di 29 e 38 anni, sono state fermate dagli agenti della Squadra Mobile di Ragusa, in esecuzione di un decreto emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Catania. Si tratta di Maris John, alias “Anita” e Jessica Usanan, alias “Jennifer”, accusate di tratta di esseri umani, sfruttamento della prostituzione e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e ingresso illegale nel territorio dello Stato. L’indagine era stata avviata dalla Squadra Mobile di Ragusa in occasione di alcuni approdi al porto di Pozzallo avvenuti tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016. La Polizia identificò e interrogò numerose ragazze nigeriane, molte delle quali minori, che, in ragione della loro condizione di estrema povertà, erano state avvicinate da connazionali in Nigeria ed allettate a raggiungere l’Italia con la prospettiva di trovare un’occupazione lavorativa che avrebbe consentito loro la sussistenza nonchè di supportare economicamente il nucleo familiare.
Il percorso che aveva portato le giovani vittime in Italia risultava identico a quello narrato da altre vittime nel corso degli ultimi anni: le ragazze venivano reclutate nel paese di origine, sottoposte al al rito magico esoterico del ‘Ju Ju’, con il quale si impegnavano a pagare una somma variabile dai 25 ai 35mila euro ai soggetti che le avrebbero attese in Italia ed alle cui dipendenze avrebbero dovuto “lavorare”, per poi esser trasferite sul territorio italiano grazie ai servizi offerti dai trafficanti libici. Così gli investigatori sono risaliti ad “Aniza” “Jennifer, dimoranti in Italia che, grazie all’ausilio di connazionali e di fiancheggiatori in territorio libico, riuscivano a curare tutte le fasi della tratta dal reclutamento al trasferimento delle ragazze in Italia, provvedendo anche all’immissione nel circuito della prostituzione su strada. Le due donne sono state rintracciate dalla Polizia nelle province di Roma e Bergamo.
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