Grande interesse per il convegno ‘Turchia e Siria: il ruolo dell’Europa in Medioriente’ organizzato dal Partito Popolare Europeo, tenutosi all’Hotel Plaza di Catania. Ad aprire i lavori sulla questione del ruolo che l’Unione Europea deve avere nello scacchiere mediorientale è stato l’on. Salvo Pogliese, parlamentare europeo di FI-PPE e membro della Commissione LIBE dell’europarlamento, che ha ricordato come “l’Ue deve guardare con maggiore attenzione a quello che sta avvenendo nel Mediterraneo e nel Vicino Oriente, zone strategiche i cui eventi si ripercuotono nel nostro quotidiano, basti pensare ai fenomeni migratori. Di certo fino a questo momento l’Italia e l’Europa hanno brillato per assenza nei nodi cruciali della politica estera. Soprattutto l’Europa ha purtroppo dimostrato ancora una volta di essere un gigante economico e un nano politico, con la Mogherini assolutamente inadeguata a ricoprire il ruolo di ‘ministro degli Esteri’ europeo essendosi distinta soprattutto per il suo silenzio assordante rispetto al ruolo che avrebbe dovuto svolgere. E dove ha fatto sentire la propria voce ha causato danni, all’Italia e soprattutto alla Sicilia, come con l’accordo con la Tunisia che ha aperto le porte del mercato europeo all’olio tunisino.”
Qualificati gli interventi, moderati da Massimiliano Giammusso, avvocato e dirigente nazionale Forza Italia Giovani, dei relatori il professore Alexandre Del Valle, politologo e saggista francese di fama internazionale, dell’on. Salvo Andò, costituzionalista e profondo conoscitore della politica estera italiana ed europea, dell’on. Stefano Maullu, parlamentare europeo FI-PPE, e della professoressa Stefania Panebianco, docente di Scienza Politica di Unict.
“l’Occidente – ha dichiarato nel suo intervento Del Valle – ha voluto diffondere nel mondo i suoi valori universali, anche facendo guerre come in Iraq, Afghanistan e Libia, e ha anche provato a farlo in Siria ma l’intervento della Russia ha scombinato i giochi. Ma questo Occidente che usa la forza per esportare i propri valori non riesce a farli rispettare, e neanche a trasmetterli, a casa propria e lo dimostra la mancata integrazione dei mussulmani presenti nei nostri territori.”.
“ Di fronte alla prospettiva di una nuova guerra fredda – ha sottolineato Andò – il Mediterraneo pare destinato a divenire teatro di grande interesse strategico con riferimento al confronto- competizione tra Russia e Stati Uniti. Il dialogo avviato da Putin con i principali attori della regione, anche ex nemici come Erdogan, e gli errori compiuti da Trump potranno rendere decisivo il ruolo della Russia nella definizione degli equilibri della regione. La inopportuna provocazione del Presidente americano sulla questione dello status di Gerusalemme sta ricompattando il mondo arabo islamico. Si tratta di capire , una volta avviate a soluzioni le crisi più difficili prodotte dalle Primavera araba, se Putin vorrà agevolare i processi democratici o rafforzare il potere di autocrati che certo non sono interessati a promuovere il primato dei diritti umani(il caso siriano è in questo senso emblematico). Sarebbe auspicabile un protagonismo europeo affidato non a iniziative bilaterali dei singoli stati, ma all’Ue.”.
La professoressa Panebianco ha rilevato come “ il 2017, anno del 60mo anniversario dell’adozione dei Trattati di Roma, ha segnato il rilancio del dibattito sul processo di integrazione, sul destino dell’Unione Europea e sulle ragioni dello stare insieme. Su più fronti, politico-istituzionale e accademico, si sta provando a trovare una risposta alla questione ‘Quo vadis Europa?’ Il Medio Oriente può offrire, alla luce di un approccio operativo-pragmatico che l’Unione Europea sembra aver ribadito in occasione del Consiglio Europeo del 14-15 dicembre u.s.- uno slancio necessario e inevitabile per l’esistenza stessa dell’Unione.”