La partita delle regionali siciliane si giocherà nel campo delle liste. Come sempre. Queste faranno la differenza rispetto ai risultati degli ultimi sondaggi, basati essenzialmente sul grado di popolarità dei candidati alla presidenza. Infatti, il peso delle coalizioni potrà essere calcolato solo dopo il 5 ottobre, quando le forze politiche renderanno noti i candidati all’Ars. E sarà interessante provare a capire in che modo incideranno e quali potranno superare agevolmente lo scoglio del 5%.
Al momento, secondo le ultime rilevazioni Piepoli, in testa c’è l’ex presidente della Provincia di Catania, Nello Musumeci che – almeno sulla carta – è riuscito a ricompattare il Centrodestra, dopo la disfatta di cinque anni fa. Dietro ci stanno i grillini, guidati da Giancarlo Cancelleri che continua la sua corsa verso Palazzo D’Orléans, in barba al provvedimento della quinta sezione del Tribunale di Palermo – quella specializzata in materia d’impresa – che ha sospeso l’efficacia del risultato del voto on-line, dopo un ricorso di un attivista scartato dalle “regionarie” grilline.
Arranca, invece, Fabrizio Micari, il rettore dell’Università di Palermo sostenuto dal Partito Democratico di Renzi e da Alternativa Popolare di Alfano, senza il supporto della Sinistra di Bersani e D’Alema che hanno trovato l’intesa con Claudio Fava il quale è riuscito in un’impresa ardua, quella di spostare la sua residenza in Sicilia nei tempi utili per potersi candidare ed evitare la figuraccia del 2012.
Nel panorama delle candidature alla presidenza, sostenuti da movimenti e associazioni senza rappresentanti parlamentari, sono: i sicilianisti Roberto La Rosa (Siciliani Liberi), Franco Busalacchi (Noi Siciliani) e Vittorio Sgarbi (Rinascimento e Moderati in Rivoluzione). Piera Maria Loiacono invece sarà l’aspirante governatrice del Partito Liberale Italiano e della lista Libertas e Roberto Lagalla che “corre” con IdeaSicilia e con i partiti popolari ed autonomisti che ne sostengono il percorso che in alcuni casi è stato minato dalle proposte di Micciché che lo voleva in coalizione nelle fila del centrodestra.
Da Catania partirà verso Palazzo dei Normanni un drappello di 13 deputati, quattro in meno rispetto al 2012, in virtù della nuova legge elettorale che taglia da 90 a 70 il numero dei deputati. Ciò renderà ancora più spietata la competizione e la disperata caccia ad un posto in lista ne è la dimostrazione.
Anche all’ombra del Vulcano c’è fibrillazione: si discute e si decide sui candidati del territorio da mettere avanti, pur senza una visione d’insieme, spesso solo frutto di meri calcoli egoistici. Così, si rischia di rimanere, per l’ennesima volta, senza una rappresentanza territoriale forte e autorevole.
Ad Adrano ci riprova la psicologa Tina Di Primo del gruppo politico dei fedelissimi del sindaco Pippo Ferrante. Attuale consigliere comunale e già assessore ai Servizi sociali, Di Primo ha ufficializzato la sua candidatura in Alternativa Popolare, con la benedizione del senatore Pino Firrarello.
Dal fronte opposto, quello che fa riferimento all’ex deputato regionale Fabio Mancuso, sarà in pista il medico Giovanni Bulla, ex assessore provinciale, battuto proprio da Ferrante al ballottaggio del 2008. Bulla dovrebbe candidarsi nell’Udc o in Cantiere popolare, la lista per certi versi animata da Totò Cuffaro. E’ indubbio che la candidatura di Bulla drenerà voti in particolar modo negli ambienti vicini al ricandidato Luca Sammartino. Per quanto riguarda il terzo polo, quello rappresentato dall’associazione Symmachia, l’ex candidata a sindaco Angela Anzalone sarà al fianco di Nello Musumeci ma senza la necessità di un posto in lista. Infatti, la professoressa Anzalone ha rifiutato la candidatura proposta da Fratelli d’Italia e ha declinato l’invito pure di Diventerà Bellissima, pur assicurando un impegno politico in prima linea. Non si candiderà neppure l’ex candidato sindaco Agatino Alberio, apri-pista nel territorio del movimento “meridionalista” di Matteo Salvini.
A Biancavilla entro le festività patronali verrà ufficializzata la candidatura del professore Mario Cantarella, volto storico della destra biancavillese e sindaco per un mandato, dal 2003 al 2008. La novità riguarderà la sua collocazione: non nella lista di Fratelli d’Italia in cui ha militato negli ultimi anni, ma in Forza Italia. L’accordo con il coordinatore provinciale Salvo Pogliese sarebbe stato chiuso l’ultima domenica d’agosto.
A Paternò saranno in cinque a contendersi una poltrona all’Ars, tre nello schieramento del Centrodestra ed uno a sostegno di Claudio Fava.
Nella compagine di sinistra a percorrere i “cento passi” di Fava per la città di Paternò c’è Giancarlo Ciatto, già consigliere comunale che proverà a raccogliere le speranze dei cuori più a sinistra.
Il Movimento cinque stelle all’ombra del castello Normanno, sarà rappresentato da Antonino Sapienza, giovane aderente al meetup cittadino e scelto dal gruppo che ha portato ben tre consiglieri comunali alle ultime elezioni amministrative.
In Forza Italia ci sarà il pediatra Antonello Sinatra, già assessore provinciale, forte del risultato elettorale alle ultime comunali che ha visto la figlia tra i candidati al Consiglio comunale più votati, in tandem con il consigliere record di preferenze Guido Condorelli. Poi c’è Gaetano Galvagno di Fratelli d’Italia e a capo di una cordata di associazioni universitarie: è il candidato di Ignazio La Russa.
Altro nome è quello di Vito Rau, già amministratore comunale, e legato da un rapporto politico con il sindaco Nino Naso. In campagna elettorale, è stato tra i promotori della lista Paternò On e Naso pare aver assicurato il suo sostegno politico che affonda le sue radici in un elettorato già collaudato. Bisognerà capire, però, in che modo Naso si muoverà e soprattutto con quale destrezza dal momento che, fino ad oggi, ha avuto come riferimento regionale l’assessore Anthony Barbagallo del Pd. Senza contare che lo stesso sindaco di Paternò aveva presenziato pure all’inaugurazione di un altro candidato all’Ars nelle file di Diventerà Bellissima. Si tratta di Giuseppe Zitelli, l’ex assessore comunale di Belpasso, vicinissimo al sindaco Carlo Caputo, pronto a lanciare la sfida all’ex sindaco Alfio Papale, subentrato all’Ars in seguito alle dimissioni di Pogliese.
A Maniace ci riproverà l’ex sindaco e attuale presidente del Consiglio comunale, il sindacalista della Uil Salvatore Pinzone Vecchio, passato dalla lista di Italia dei Valori a quella di Sicilia Futura di Cardinale e D’Agostino, quest’ultimo campione di preferenze (ben 13 mila) alle scorse regionali.
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