Trapani, s’insedia il nuovo questore Sanfilippo, cacciatore di latitanti: “La sicurezza è il nostro core business”

“La Questura di Trapani è un palazzo di vetro”. Si è presentato con queste parole il nuovo Questore di Trapani, Claudio Sanfilippo, cacciatore di latitanti mafiosi, che ieri si è insediato nel suo nuovo ufficio. Durante l’incontro con la stampa, Sanfilippo, 57 anni, ha sottolineato che “la sicurezza è di tutti quanti, è il nostro core business” e annunciato che “la mail del questore di Trapani è a disposizione di tutti quanti, dei cittadini che vogliono fare delle segnalazioni”. “Il controllo del territorio sarà la prima cosa da affrontare – ha detto Claudio Sanfilippo, che arriva dal Viminale – bisogna capire i bisogni della città e dei cittadini”. Inevitabile parlare della nave Diciotti, attraccata la scorsa settimana, dopo numerose polemiche politiche: “Ho saputo che i colleghi hanno lavorato moltissimo – ha spiegato Sanfilippo – si sono comportati con grande professionalità. Qualora dovessero sorgere altre operazioni del genere, le gestiremo allo stesso modo”. Capitolo a parte, la mafia: “La criminalità organizzata è uno degli aspetti principali che mi vedranno impegnato – ha detto Sanfilippo – anche se non è l’uncio aspetto che devo curare, ovviamente”. Occhi puntati soprattutto sulla primula rossa di Cosa nostra, Matteo Messina Denaro, latitante da quasi 30 anni. 
 
Dal 1990 è stato in servizio alla Questura di Palermo, da dove è poi approdato alla Squadra mobile. All’indomani dell’omicidio dell’imprenditore Libero Grassi, nel 1991, è stato preposto alla dirigenza della neo-istituita Settima sezione investigativa Antiracket della Mobile di Palermo. E dal 1992 ha assunto la Dirigenza della Sesta sezione investigativa Catturandi. A seguito delle stragi del 23 maggio e del 19 luglio del 1992 ha partecipato alle attività investigative dell’istituito Servizio Centrale denominato ‘Gruppo Falcone e Borsellino’. In data 10 giugno 1996, a seguito delle indagini dirette che hanno portato alla cattura dei boss mafiosi latitanti Giovanni Brusca e del fratello Emanuele Brusca, è stato promosso per merito straordinario alla qualifica superiore di Vice Questore Aggiunto. Tra i suoi successi anche l’arresto di Pietro Aglieri, di Salvatore Grigoli, l’assassino di don Pino Puglisi e Benedetto Graviano. Nel 1998 è diventato Vice Dirigente della Squadra Mobile di Palermo incardinando altresì la Dirigenza della Sezione interprovinciale della Criminalità Organizzata. Dal 2001 è stato a Genova dove ha assunto la reggenza della Squadra Mobile ligure. Nel 2004 è stato nominato Primo Dirigente della Polizia di Stato Dopo un’esperienza da vicario a Catania, nel 2016 è stato nominato Questore di Crotone. Dal giugno scorso è stato trasferito a Roma presso il Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza quale Consigliere Ministeriale presso l’Ufficio di staff del Vice Direttore Generale della Pubblica Sicurezza. E oggi è il nuovo Questore di Trapani.  

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