Teatro, al Piccolo di Catania l’apparente quotidianità di madre e figlia

CATANIA. Debutta al Piccolo Teatro della Città, sabato 5 maggio alle 21, con replica domenica 6 maggio alle 17.30 “Buonanotte, Mamma” di Marsha Norman, per la regia di Romano Bernardi con Alessandra Cacialli e Maria Rita Sgarlato.
Lo spettacolo è tratto da un testo di Marsha Norman molto coinvolgente dal punto di vista emotivo e che basa tutta la sua narrazione sull’esistenza apparentemente banale delle protagoniste: una madre ed una figlia. Detti e non detti, luci e ombre, forza e debolezza, che hanno costellato la vita delle due donne determineranno inflessibilmente i loro destini, seppure i fatti salienti si compiranno in poche ore.
Uniche protagoniste del dramma, quindi, sono un’anziana vedova, donna semplice che,  per tutta la vita,  ha visto ostinatamente le cose solo dal suo punto di vista ed una quarantenne sfiorita, malata di epilessia, divorziata e con un figlio poco di buono e senza futuro.

Il mondo proposto dalla pièce è apparentemente unicamente femminile in realtà parla molto del mondo maschile, infatti il  padre scomparso, il  marito che ha deciso di divorziare, il figlio allo sbando, il fratello inflessibile sono  tutti personaggi assenti ma al centro delle discussioni, quasi a scandire un’altra tragica impossibilità di comunicazione, quella fra il maschile ed il femminile, oltre quella fra le due donne.
“Buonanotte, mamma” è uno spettacolo che intesse la sua trama su di un’apparente anonima quotidianità e che si dipana, scena dopo scena, in note di struggente tenerezza e, al tempo stesso, spietate.
Lo spettatore è naturalmente portato a riflettere su come, in maniera non troppo sottile, la trama di alcune relazioni intime e significative possa determinare l’esito di un’esistenza intera.
Anche in questo caso il  teatro diviene luogo d’eccellenza dove potersi interrogare su temi esistenziali importanti: quello dell’autodeterminazione, della libertà individuale e del diritto di decidere per se stessi che va riconosciuto a ciascuno di noi. Un diritto, quest’ultimo, che può essere affermato anche davanti ad una decisione fatalmente sbagliata? Quanto ogni essere umano può sancire la propria sconfitta definitiva, la totale rinuncia a qualsiasi forma di riscatto?

La pièce è un atto unico di Marsha Norman che valse all’autrice il Premio Pulitzer nel 1983 e che, al debutto, sconvolse il pubblico americano per il tema trattato. Fu un successo immediato nella prima messa in scena protagoniste Kathy Bates e Anne Pitoniak; nel 1986 nella versione cinematografica, invero di non grande successo, interpreti furono Sissy Spacek nel ruolo della figlia e Anne Bancroft in quello della madre.
Regia:  Romano Bernardi

In scena: Alessandra Cacialli è la madre,  Maria Rita Sgarlato, la  figlia.
Scene: Susanna Messina
Costumi: sorelle Rinaldi
Luci e fonica: Simone Raimondo

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