Pasqua come rinascita: genesi ed evoluzione di un rito

Durante l’equinozio le ore del giorno sono tante quante quelle della notte. La natura, in questo periodo, subisce dei cambiamenti ciclici che determinano l’avvicendarsi delle stagioni.

Nel nostro emisfero boreale questo fenomeno segna l’inizio della primavera, quindi il “risorgere” della natura che germoglia, riprende colore e ritorna a vivere. Questi avvenimenti non interessando soltanto l’ambiente ma anche l’uomo, che li sfrutta per organizzare le pratiche agricole a cui attribuisce simbolismi morali e religiosi che scaturiscono in atteggiamenti idolatrici e rituali.

Popoli di tutte le epoche hanno dato vita a rituali ancestrali che sono stati tramandati da generazione in generazione. Alcuni di questi continuano a sopravvivere, manifestando le loro radici pagane legate all’astrologia e alle influenze prettamente animiche che divinizzano la Natura al fine di esorcizzare la paura che l’inverno aveva suscitato.

Differenze e analogie si intrecciano: la Pasqua cattolica, che cade dopo il primo plenilunio di primavera, festeggia la resurrezione di Cristo e pertanto il ritorno del “Re dei re”. La morte porta alla rinascita, il mondo si risveglia dal proprio sonno gelato, e l’uomo la celebra in ogni dove secondo le proprie credenze.

Il simbolismo della morte e della rinascita si ritrova anche nella mitologia egizia con il mito della Fenice. Quest’ultima creava un nido a forma di uovo e si accovacciava al suo interno lasciandosi incenerire dai raggi del sole. Da quelle ceneri nasceva l’uovo dal quale la Fenice riprendeva vita. L’essere mitologico simboleggia il cosmo che dà la vita, e l’uovo che nasce rappresenta la Natura che genera se stessa all’infinito.

Nella tradizione greca in Primavera si festeggiavano i Piccoli Misteri Eleusini. Essi indicavano il ritorno ad Eleusi della dea dell’agricoltura e del grano Demetra, che era andata a cercare la figlia Persefone rapita dal dio della morte Ade. Il rientro di Persefone viene rievocato attraverso rituali che simulano la morte spirituale della Natura e la successiva rinascita, fecondità e generazione.

Queste figure sono espressione della spiritualità intrinseca della Natura e dell’Anima. Le tradizioni pagane si fondono con le più attuali religioni, fino a diventare parte integrante della vita di tutti i giorni.

Delle volte però le attività folcloristiche finisco per essere strumentalizzate ai fini commerciali, svilendo quel valore mistico che esse in realtà hanno. E’ così che l’uomo si trova di fronte ad una crisi spirituale che lo porta a dover riprendere contatto con la propria realtà animica. Questo obiettivo è facilitato dal contatto con la Natura che fa in modo di portare l’uomo verso il proprio universo trascendentale.

E’ importante avere fede in qualcosa, poiché l’uomo ha la necessità di avere una sicurezza che è consapevole di non poter ottenere da solo. Per questo motivo la cerca in un essere ascetico che va oltre lo sguardo razionale umano. Quest’ultimo si affida a dei rituali secolari, man mano plasmati in base alle proprie necessità. Infatti, le origini pagane, legate all’Universo e alla Natura, sono state sovrapposte alla religione cristiana secondo un’opera di sincretismo, al fine di adattarle a delle esigenze religiose che nei secoli sono mutate.

La Pasqua cattolica è il risultato di una genesi e di un’evoluzione che include in sé passate tradizioni e credenze, fondamentali per mantenere viva la fiamma di una atavica speranza divina utile a rendere più intimo il rapporto fra Dio e l’uomo.

 

Liana Profita e Simone Puglisi 5^ CP

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Riguardo l'autore CORRIERE GIOVANI

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