Cassazione su catanese in malattia: “I certificati medici compiacenti sono una truffa”

Rischia una condanna per “truffa al datore di lavoro” il dipendente che presenta certificati medici relativi a malattie inesistenti. La seconda sezione penale della Cassazione ha confermato la condanna a un anno e mezzo di reclusione inflitta a un 46enne dalla Corte d’appello di Catania per truffa e falso in atto pubblico: l’imputato era finito sotto processo penale per aver presentato 18 certificati medici per patologie “inesistenti”, “così lucrando – era la tesi accusatoria – indebitamente lo stipendio anche nei periodi di assenza”. L’uomo aveva quindi presentato ricorso alla Suprema Corte, che però lo ha dichiarato inammissibile, condannando l’imputato anche al pagamento delle spese processuali e di 2 mila euro alla Cassa delle ammende. In particolare, i giudici di piazza Cavour hanno ricordato che “erano state effettuate 45 visite domiciliari senza che l’imputato venisse trovato in casa per sottoporsi alla verifica delle patologie vantate” e “tale circostanza”, si legge nella sentenza depositata oggi, e’ stata ritenuta “incompatibile con la malattia invalidante che secondo quanto certificato avrebbe impedito” al dipendente “di recarsi al lavoro”. La Cassazione ha quindi definito “priva di vizi logici manifesti” la decisione dei giudici di secondo grado, sentenza “coerente sia con le indicazioni ermeneutiche offerte dalla Corte di legittimità che con le emergenze processuali”.

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