Catania, commemorato Filippo Raciti. La vedova: “E’ una tragedia che appartiene alla città”

CATANIA. Sono trascorsi undici anni dal 2 febbraio che ha segnato la svolta nella sicurezza degli stadi, la tragica morte di Filippo Raciti. Stamattina allo stadio, la commemorazione. Al fianco dei genitori di Filippo, la vedova Marisa Grasso e il questore Alberto Francini, fresco di nomina alla guida della polizia di Catania, poliziotto esperto nella sicurezza negli stadi. Di quel tragico giorno ricorda: “Ero in Argentina – ricorda Francini – quando avvenne la tragedia del Massimino pur non avendo mai mancato ad un appuntamento al San Paolo, lo stadio di Napoli nel quale ho curato l’ordine pubblico. Ricordo che su Rai News vidi le immagini dei tafferugli del Cibali. Quel sacrificio non è stato vano: da qual momento è cambiato il tifo negli stadi di tutta Italia”.
Un sacrificio per nulla inutile quello di Filippo Raciti secondo la vedova Marisa Grasso, almeno per quello che ha significato nella consapevolezza dello sport.
“La tragedia della mia famiglia – afferma la vedova Raciti – appartiene alla città di Catania, non si può dimenticare ciò che è successo e si spera che queste cose non succedano più.
Certo, – ha aggiunto –  avere visto uscire di galera uno dei due condannati per l’omicidio di mio marito è stato triste. Ma la legge è questa. Lui poteva ricominciare la sua vita lontano da Catania”.
Quest’anno nell’undicesimo anniversario, per la prima volta la messa in suffragio di Filippo Raciti è stata celebrata all’interno del reparto mobile dalla polizia in corso Italia con la partecipazione della banda nazionale della polizia di stato che ha intonato i canti della messa in ricordo di Filippo. (CORRIERE ETNEO) 
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