“Pd-Ars allo sbando” denuncia Sammartino. Insorgono anche i giovani dem

Luca Sammartino
“Il Pd all’Ars è un gruppo parlamentare allo sbando, questa è la verità…”. E’ la dura presa di posizione di Luca Sammartino (Pd), ‘Mister preferenze’ con gli oltre 32 mila voti ottenuti alle ultime regionali in Sicilia che, a poche ore dal ritorno in aula per eleggere l’Ufficio di Presidenza, attacca frontalmente il gruppo a cui è iscritto.
“Nessuno si cura di convocare una riunione di gruppo – spiega Sammartino all’Adnkronos – Una situazione assurda. Non c’è nessuno che detta la linea da seguire, così come non c’era prima, non c’è adesso. Non è cambiato nulla”. Sammartino smentisce anche che questa mattina era prevista una riunione informale tra gli undici deputati eletti con i democratici. “Non mi risulta”, taglia corto. E sulla sua adesione al gruppo, spiega: “Ho aderito subito, come abbiamo fatto praticamente tutti nei giorni scorsi”. Sammartino è convinto che “qualcuno nel Pd ha fatto un accordo con il M5S” e “oggi avremo la conferma con l’elezione di Giancarlo Cancelleri alla vicepresidenza dell’Ars. Vedrete…”. Sabato pomeriggio, dopo l’elezione di Gianfranco Miccichè a Presidente dell’Ars, con quattro voti del Pd, Antonello Cracolici aveva tuonato: “Quattro utili idioti hanno votato per Miccichè, che avrebbe vinto anche senza i loro voti”.
 “Il gesto di votare il commissario di Forza Italia nonché uomo di punta del centro destra – scrive in una nota un gruppo di Giovani democratici siciliani – è un atto vergognoso e privo di rispetto verso gli elettori e la storia del PD.
“Votare chi ha raggiunto il consenso attraverso imputati, indagati e condannati o voltagabbana riciclati della politica che cambiano schieramento in base alla propria convenienza.
“Come possiamo coinvolgere le giovani generazioni in un processo di rinnovamento della politica e del nostro partito se non ci comportiamo in modo alternativo alla peggiore destra d’Italia? Come possiamo fare credere ancora nella politica se poi sembra uno scambio di cortesia all’interno di un ceto politico?”.
I Giovani democratici chiedono “… alla classe dirigente del Partito Democratico siciliano di rispondere in maniera chiara a questi interrogativi, prendendo le distanze da un tale gesto, prendendo misure nei loro confronti. Vogliamo sapere chi ha fatto uso delle Istituzioni e del Partito per questioni personali. Non siamo un taxi di ceto politico”.
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