Simeto. Un fiume, una valle, le città

Fiume Simeto

La storia di una terra – reale o immaginifica – è la storia di una comunità, che spesso racconta se stessa, attraverso le sue architetture, la sua forma, il suo rapporto con l’ambiente. Gli strati della materia e della memoria, si susseguono secondo un ordine e un’intensità, che varia con il tempo e rappresentano forse il senso profondo di quel luogo: lo spazio fisico e spirituale in cui “abitiamo”.

Da queste pagine, cercheremo di narrare “la città”, le relazioni con i paesaggi culturali e i sui misteri. Le implicazioni antropologiche che danno forma urbana, sussurrando – tra le pieghe – l’armatura di un pensiero umano, che struttura l’esistente di pietra e di carne: estetico, sociale, economico e teologico.

L’ambito di questa riflessione è il Simeto con le sue comunità urbane e rurali; le terre da esso attraversato, e l’Etna che domina uno spazio geografico più ampio, che intercetta i mari; le aree interne e la dorsale jonica. Il metodo sarà quello di trovare i nessi e le relazioni tra questo paesaggio e il macrocosmo, per individuare – non solo le criticità che stressano il sistema ma – le “pratiche migliori” al fine di tracciare, possibili scenari del “futuro”, di questo territorio.

Una visione multiculturale e proiettata alla costruzione del futuro. Il futuro, inteso come capacità di costruire piani, convergenze, condivisioni tra le parti, tra i portatori di sapere e di interessi, per realizzare una città felice.

Da queste pagine racconteremo storie, leggende, misteri. Parleremo di politiche e non di politica. Cercheremo di capire il nesso tra cosa siamo e come ci siamo diventati. Perché serve a renderci consapevoli di cosa vogliamo diventare nel futuro.

Forse saremmo appuntiti come frecce e leggeri come piume. Forse saremmo aspri e rugosi, ma comunque leali con i lettori, con la gente, con le istituzioni con noi stessi.

Saremo futuristi, idealisti e cinici. Saremo intransigenti e attenti. Saremo presenti e veloci. Saremo pratici e inclusivi. Ascolteremo tutti – almeno quelli che avranno qualcosa da dire.

A breve si celebreranno le elezioni regionali e alcuni temi sono nella nostra agenda di approfondimento. Ci piacerebbe sentire i candidati di questo territorio e capire le ragioni del loro impegno, il patrimonio di istanze che vogliono rappresentare alla Regione Sicilia: la riforma delle politiche urbanistiche; la competitività economica; i modelli di sviluppo; l’armatura di governo regionale; i cambiamenti climatici; la mobilità pubblica; la scuola; i giacimenti culturali e tanto altro ancora.

L’agricoltura con il suo indotto artigianale e industriale; le risorse culturali, monumentali, naturalistiche, artistiche con l’indotto ricettivo; l’ambiente inteso come cura della “casa comune” con le sue declinazioni sui rifiuti e sull’energia; il desiderio di sicurezza del sistema Sicilia, dagli eventi calamitosi e malavitosi; sono i temi che affronteremo con Voi. Ma sono i temi di cui vorremo sentire parlare più spesso, non solo per piangerci addosso, ma per pensare al FUTURO. Per COSTRUIRE.

Pensare al presente non significa escludere il futuro. Entrambi sono il campo di azione delle “politiche”.

In questo momento – alcuni uomini e donne – lavorano per raggiungere Marte, pur sapendo che non vivranno abbastanza per farlo. Lavorano affinchè qualcuno lo possa fare più avanti nel tempo. Questo è pensare al futuro, alla nostra comunità della valle del Simeto, alla nostra “casa comune” come ci ricorda Papa Francesco nell’enciclica “Laudato Sii”, che sarà la colonna sonora di questa avventura narrativa, sul Corriere Etneo.

 

RIPRODUZIONE RISERVATA © Corriere Etneo

Avatar

Riguardo l'autore Francesco Finocchiaro

Architetto vitruviano. Credente convinto e appassionato delle religioni. Vive il suo lavoro come una grande passione . Esplora gli innumerevoli paesaggi dell’arte: dalla poesia al giornalismo, dall’architettura alla grafica, dalla comunicazione alle strategie urbane. Docente di storia dell’arte e filosofo dell’abitare. Convinto sostenitore del futurismo e che l’innovazione ha le sue radici nella memoria. Vorace lettore di Papa Francesco, di Pablo Neruda, Lucía Etxebarria e Omero. Vive l’architettura come un Pitagorico, in forma mistica e monastica come il suo architetto preferito, Peter Zumthor.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.